CONVENTO DEI CAPPUCCINI DI VOLTAGGIO, PINACOTECA ARTE DIPINTI

CONVENTO E QUADRERIA

LA storia

Il Convento

Il complesso conventuale dei Cappuccini di Voltaggio, presso cui la Pinacoteca ha sede permanente , pone le sue basi sul finire del secolo XVI. All’epoca la via di Voltaggio era d’obbligo per i monaci che si recavano a piedi verso Milano o raggiungevano per l’opposta direzione Genova; al fine di offrire loro rifugio ed ospitalità i voltaggini proposero la costruzione di un monastero nel 1595. Il consenso della Repubblica di Genova arrivò soltanto nel 1603 ma già un anno dopo, nel 1604, l’edificio era terminato. La Chiesa venne costruita solo alcuni decenni più tardi dedicandola a San Michele Arcangelo e fu consacrata il 15 Ottobre 1662 dal Vescovo di Albenga. La popolazione di Voltaggio partecipò concretamente a questi primi annì di vita del Convento con generose offerte e lasciti ereditari: nel 1620 fu già dotato di “acqua corrente” con un progetto di notevole contenuto tecnico per l’epoca. La vita del monastero trascorse tranquilla fine alla fine del XVIII secolo con l’avvento dell’Impero francese : nel 1805 la Repubblica di Genova venne accorpata alla 27.a divisione napoleonica e Voltaggio al circondario di Novi nell’ambito del dipartimento di Genova . Come tutte le istituzioni religiose , il Convento dei Cappuccini visse in questi anni un’esistenza assai stentata fino ad arrivare al passaggio fra i beni del demanio pubblico avvenuto nel 1810. Dopo essere stato variamente utilizzato e più volte venduto, nel 1821 l’edificio fu acquistato dal marchese De Ferrari, il quale lo restituì ai frati, pur mantenendone la proprietà: il 29 Settembre dello stesso anno i frati poterono rientrare nel Convento e compiere i lavori più urgenti alle strutture murarie. Passato indenne attraverso la legislazione sugli ordini monastici (la proprieta’ De Ferrari rendeva l’istituzione un bene privato) il Convento fu completamente ristrutturato nel 1880 grazie al generoso contributo della Duchessa di Galliera. Nel 1895 l’immobile tornò definitivamente tra le proprietà dell’Ordine . Questa serie di iniziative è da collegare soprattutto al nome di Padre Pietro Repetto, la cui figura si identifica con la storia recente del Convento. L’odierna sistemazione degli spazi mantiene le caratteristiche assunte dagli edifici di fine Ottocento. Anche l’utilizzo delle due sale al pianterreno (lati Ovest e Sud) a Museo non ha alterato in alcun modo l’insieme delle strutture. L’aspetto architettonico dell’intero complesso, fortunatamente sopravvissuto alle vicende storiche, rispecchia i vari canoni stabiliti dalla Regola dell’Ordine e lo accomuna a molti altri della Provincia ligure. La via di accesso è costituita da una strada acciottolata in salita, alla quale fa da fondale la spoglia facciata della Chiesa, a capanna, sulla quale si apre un grande finestrone semicircolare. Questa essenzialità si riscontra anche all’interno dell’edificio: la Chiesa è costituita da un’unica larga navata; ai lati due cappelle forano le pareti e sono collegate a vani di disimpegno. Il bianco dei muri contrasta vivamente con il legno scuro degli altari e dei parati di rivestimento: spiccano, oltre ai quadri, la statua sopra l’altare dell’Immacolata e la Via Crucis francese in sepiolite. La Chiesa di San Michele Arcangelo , con la sua estrema semplicità, si può considerare una delle più suggestive che Voltaggio possa vantare. Purtroppo dal 1987 i Cappuccini, con Padre Carmelo Del Toso quale ultimo guardiano, hanno lasciato la vita continuativa del Convento, mantenuto però efficiente con l’apertura stagionale della Pinacoteca al suo interno.

La Quadreria

La raccolta dei quadri composta da oltre 200 dipinti venne destinata al Convento dei Cappuccini di Voltaggio verso fine Ottocento per volontà di Padre Pietro Repetto che aveva radunato questo notevole patrimonio artistico, in poco meno di un trentennio, nel Convento di Santa Caterina a Genova. L’attività di raccolta, iniziata intorno al 1870, fu determinata dalla volontà di recupero di beni delle congregazioni religiose che dovevano essere devoluti , per decreto statale, ai musei e biblioteche, dalle mutate condizioni socio-economiche e anche dal mutato gusto della nobiltà genovese disposta per diverse ragioni a cedere opere a soggetto religioso. Importante fu anche l’appoggio dato dalla Duchessa di Galliera Maria Brignole Sale all’iniziativa di Padre Repetto. Le opere coprono un ampio arco cronologico a partire dal XVI secolo fino ad arrivare agli inizi del XIX secolo; predominano tele con temi sacri per lo più “dolorosi” dei più accreditati maestri genovesi del 1600 alle quali se ne aggiungono altre riferite a molteplici aree geografiche. Di fondamentale importanza per la conservazione in loco della collezione fu il provvedimento emanato nel 1901 dal Superiore Generale dell’Ordine, Padre Bernardo D’Andermatt, che vincolava indissolubilmente la raccolta al Convento e proibiva l’alienazione, sottrazione o mutazione a qualsiasi titolo senza l’autorizzazione dell’Ordine. I dipinti furono collocati in parte nella Chiesa ed in parte nell’annesso Convento creando un’insolita cornice artistica alla rigorosa vita monastica francescana; i frati inventariarono e garantirono l’integrità delle opere fino agli anni ’50 del secolo scorso quando cominciò a rendersi indispensabile un intervento conservativo e una più idonea collocazione essendo nel frattempo aumentato l’interesse del pubblico e degli specialisti del settore. Iniziarono contatti tra l’Ordine e la Soprintendenza Belle Arti del Piemonte per una collaborazione di tutela ma fu l’iniziativa presa nel 1967 da Padre Ugolino, Superiore del Convento, che seppe stimolare l’opinione pubblica e gli Enti preposti. Nacque infatti il “Comitato per il riordino e la sistemazione della Pinacoteca” con l’adesione del Sindaco di Voltaggio e di rappresentanti di vari organi competenti che permise il restauro di parte dei dipinti e la creazione di spazi espositivi oltre la Chiesa. Nel 1971 furono restaurate e utilizzate le parti ottocentesche del chiostro creando due nuove ali espositive (lato sud ed ovest) dove sono state collocate, seguendo le migliori tecniche moderne di illuminazione e presentazione, le più importanti opere. Si è creata così la moderna Pinacoteca che attualmente il visitatore può ammirare, migliorata ed integrata con nuovi quadri restaurati in tempi recenti. Attualmente si sta lavorando al progetto di restauro per adibire tutti gli spazi del Convento a museo per una fruizione completa della collezione di opere d’arte.